Soffri di insonnia? Presta attenzione perché uno dei motivi che si cela dietro può essere proprio quello che fai nella vita.
L’insonnia è una piaga sociale che flagella una buona percentuale di italiani. Le cause possono essere di varia natura; l’alterazione del ciclo sonno veglia derivante dai turni il lavoro, da cattivi abitudini o da fattori di stress. Quello che è certo è che l’insonnia ha dato adito a numerosi studi per capire le cause e soprattutto trovare il modo per intervenire e contrastarla. Un disturbo che genera stanchezza ma anche un’elevata dose di frustrazione.
L’idea di essere scarichi e non riuscire ad affrontare la giornata lavorativa, un malessere sempre più diffuso. Non tutti sanno che proprio il lavoro è una delle cause che determina l’insonnia; non nel modo a cui comunemente siamo abituati a pensare. A smentire infatti le comuni concezioni è uno studio americano pubblicato di recente sul Journal of Occupational Health Psychology.
Secondo questo studio le persone che svolgono un lavoro sedentario – praticamente l’80% della forza lavoro moderna – ha un rischio più alto di sviluppare sintomi di insonnia rispetto a chi invece svolge un lavoro fisico. Lo studio in oggetto è stato condotto dalla psicologa Clear Smith dell’Università della Florida del Sud. Un adulto su tre non dorme, un problema che si ritorce sulla salute e sul benessere generale.
Cos’è il sonno sano? Questo è l’interrogativo iniziale che pone la psicologa al centro del suo studio: dormire bene significa non solo riposare otto ore a notte ma anche addormentarsi facilmente. Dormire senza pause ed avere un ciclo regolare del sonno. Secondo la psicologa le aziende dovrebbero considerare i rischi legati al poco sonno dei propri dipendenti e questo dovrebbe essere un motivo per introdurre delle misure per contrastare questo inconveniente.
Secondo lo studio il rapporto sonno/lavoratoro si divide in tre categorie: chi dorme bene, chi recupera il sonno e chi invece soffre di insonnia. I lavoratori sedentari rientrano la maggior parte nel gruppo degli insonni, a causa delle difficoltà nell’addormentarsi. Chi invece lavora su turni anche irregolari rientra nella categoria dei dormienti di recupero, che compensano la mancanza di sonno con dei riposi prolungati.
Cosa fare per migliorare la salute del sonno? Smith suggerisce una maggiore attività fisica durante la giornata e limitare gli straordinari, così facendo si prevengono anche dei problemi di salute a lungo termine. Circa il 90% di coloro che soffrono di insonnia lamenta dei sintomi persistenti ancora dopo un decennio.
Dormire non è solo manifestazione di benessere personale ma incide sulla produttività e sulla salute dei lavoratori. Che sia un invito a ripensare l’organizzazione del lavoro tenendo conto del sonno, fattore da inserire all’interno della nozione di salute. Lo studio ha coinvolto ricercatori di varie università internazionali che hanno sottolineato l’importanza di affrontare il sonno come una componente dinamica in ambito lavorativo.
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